La figura fondamentale del melodramma del XVII secolo è Claudio Monteverdi (Cremona, 15 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643), un compositore che ebbe un ruolo centrale nello sviluppo del linguaggio musicale europeo.
La sua prima opera, L’Orfeo, rappresentata per la prima volta a Mantova nel 1607, è già un enorme passo avanti rispetto alle prime opere, grazie ad alcune peculiarità fondamentali, che verranno arricchite e approfondite nelle altre due opere che ci sono pervenute: Il ritorno di Ulisse in patria, del 1640, e L’Incoronazione di Poppea, del 1642.
Nelle opere di Monteverdi l’orchestrazione è utilizzata in senso più preciso ed espressivo, lo stile del canto utilizza non solo il recitativo ma anche l’arioso e l’aria strofica e lo sviluppo drammatico si fa sempre più coerente con tanti elementi che interessano il pubblico.
Di un’altra opera, L’Arianna, è rimasto solo un frammento, il "Lamento di Arianna", mentre dell’interesse di Monteverdi per il teatro e la drammaturgia è testimone anche un altro celebre brano, Il Combattimento di Tancredi e Clorinda, un madrigale drammatico sul testo di Torquato Tasso.
Con l’affermazione del teatro a pagamento, molti compositori scrissero melodrammi e sperimentarono sempre nuove formule per rendere più interessante lo spettacolo; fra questi musicisti ci furono Francesco Cavalli e Alessandro Stradella.
Intanto l’opera si sviluppa anche in Francia, con Jean Baptiste Lully (Firenze, 28 novembre 1632 – Parigi, 22 marzo 1687), un compositore francese di origine italiana, che realizza un nuovo tipo di melodramma, la tragédie-lyrique, che dava particolare attenzione alla drammaturgia, agli elementi scenografici, alle coreografie, alla presenza in scena di grandi masse e del coro e alla declamazione del testo.