Nel pomeriggio del 25 ottobre l’Istituto Comprensivo Pestalozzi di Catania ha ospitato uno degli incontri che in questo periodo gli esperti del Progetto Internazionale GOETE (Governance of Educational Trajectories in Europe) stanno tenendo in varie istituzioni europee, scolastiche e non, per la restituzione e la condivisione dei dati emersi nel corso della loro ricerca sociologica, tutt’ora in corso, ma già in una fase avanzata che permette un’analisi molto interessante dei risultati.
Si tratta di un importante progetto triennale nato dalla collaborazione fra varie università di sette stati europei: Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Regno Unito e Italia, per un totale di cinquanta ricercatori provenienti da tredici diverse istituzioni; le attività di ricerca nel nostro Paese sono state effettuate dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna (in cooperazione con il Dipartimento di Sociologia) e dal Dipartimento di Studio su Società, Politica e Istituzioni dell’Università di Urbino. Inoltre il Progetto GOETE si è avvalso della collaborazione di un comitato consultivo di dieci esperti provenienti dal mondo della politica e della ricerca e alcuni delegati di altri Paesi (fra i quali Austria, Bulgaria, Danimarca, Malta, Portogallo, Svezia), che si esprimono sulla fasi del progetto dal punto di vista della loro esperienza e visione critica.
La ricerca ha ottenuto un importante finanziamento dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro 2009-SSH-A-1.1.1 Istruzione nella Società europea della Conoscenza e ha come tema fondamentale la Governance delle traiettorie educative in Europa relativamente all’accesso, riuscita e rilevanza dell’istruzione dei giovani nelle società europee della conoscenza in prospettiva comparata. L’obiettivo fondamentale della ricerca è quindi l’indagine del ruolo della scuola nella ri-concettualizzazione dell’istruzione in termini di apprendimento per tutto l’arco della vita (il long-life-learning) e l’analisi ma soprattutto l’indicazione di una prospettiva pratica nella combinazione e nel coordinamento dei vari elementi istituzionali che concorrono allo sviluppo culturale e umano della persona in una prospettiva di inserimento nel sempre più flessibile mondo del lavoro in una società soggetta a continui e profondi cambiamenti.
È questo l’argomento più spinoso che riguarda sicuramente tutti i Paesi europei, ma in particolare l’Italia e molto da vicino proprio la nostra città con le variegate problematiche insite sul territorio. Catania, appunto, è stata utilizzata come città campione, assieme a Bologna e Ancona, per una prima analisi di dati acquisiti mediante somministrazioni di questionari e interviste rivolte agli operatori e all’utenza di sei scuole catanesi: Pestalozzi, Campanella-Sturzo, Dante Alighieri, Cavour, Recupero e Ungaretti; in una successiva fase l’Istituto Comprensivo Pestalozzi è stato invece protagonista di un case-study, un’indagine ancora più particolareggiata che ha messo in rilievo punti di forza e di criticità di un sistema dell’istruzione che spesso si dimostra efficace di per sé, ricco di risorse interne (spesso misconosciute e sovente frutto di iniziative singole), ma isolato, perché poco supportato e spesso privo degli opportuni coordinamenti fra istituzioni diverse, di una governance appunto che possa assicurare un vero successo non solo formativo ma globale della persona umana.
I due relatori del seminario che si è tenuto alla Pestalozzi, la dott.ssa Federica Taddia dell’Università di Bologna e il dott. Eduardo Barberis dell’Università di Urbino, con grande incisività hanno focalizzato l’attenzione su alcune problematiche emerse dai dati della ricerca, proponendo un’interessante comparazione dei dati in chiave europea. Partendo dalla premessa che nella società della conoscenza l’adeguatezza dell’istruzione si misura in termini di bilancio tra aspetti individuali, sociali ed economici, gli esperti hanno valutato, in ottica comparativa, il modo in cui le istituzioni educative concettualizzano e organizzano le traiettorie formative individuali: nello specifico quindi quali siano le modalità che regolano l’accesso e il passaggio dei giovani alle diverse fasi della formazione, quali siano le misure che facilitano la realizzazione di un sistema di istruzione e formazione per tutta la vita, quanta importanza le istituzioni e gli stessi giovani assegnano all’educazione quale fattore di futura integrazione sociale e benessere individuale.
Come si può facilmente comprendere si tratta di tematiche di grandissima attualità ma soprattutto di primaria importanza se si considera il periodo storico di grande difficoltà che si sta vivendo a livello europeo e particolarmente in Italia, un momento in cui è fondamentale una riflessione su quali possano essere le strategie che a lungo raggio e in una prospettiva a lungo termine possano concretamente abbattere significativamente il disagio sociale e la disoccupazione, nonché creare i presupposti per una ripartenza dell’economia partendo da un settore chiave come quello dell’istruzione.
Il punto di forza del team del GOETE è la concretezza dell’analisi ma soprattutto la volontà di porre la ricerca scientifica al servizio di un’evidente proposta concreta operativa a livello politico, fornendo evidenza empirica a possibili strumenti alternativi in grado di garantire a tutti i giovani accesso e riuscita nei percorsi di istruzione formale grazie alla cooperazione tra scuola, altre agenzie formative e mondo del lavoro.
Uno sguardo più ravvicinato alle dinamiche educative, alla gestione dei processi di transizione da un ciclo di studi a un altro, alle buone pratiche e agli ostacoli presenti in un determinato contesto, la conoscenza e l’approfondimento del clima scolastico attraverso le esperienze e la percezione degli attuali studenti, di coloro che hanno recentemente ultimato il percorso della secondaria inferiore, dei loro genitori, degli insegnanti e degli esperti interni ed esterni del mondo della scuola e dell’istruzione sono tutti strumenti che, se visti con obiettività e onestà intellettuale, dovrebbero far riflettere attentamente il mondo politico sulla necessità di investire notevoli risorse per realizzare una reale integrazione fra tutte le istituzioni che concorrono alla riuscita dei percorsi formativi, dalla scuola alle agenzie di formazione e orientamento, dall’assistenza sociale attiva alla razionale disposizione delle istituzioni scolastiche sul territorio, al raccordo fondamentale tra lo studio e il mondo del lavoro, attraverso anche opportune serie e ragionate riforme dei curricoli e preparazione e valorizzazione delle professionalità che operano nel mondo della formazione.
Il messaggio conclusivo emerso dall’incontro con gli esperti del progetto GOETE è quindi che la chiave del successo per quanto concerne l’accesso, la riuscita e la rilevanza dell’istruzione, dipende dalle diverse strutture istituzionali e da come queste cooperino e comunichino fra loro, in una sinergia fra gli attori interni ed esterni alla scuola e un’attenta pianificazione sui programmi nazionali, regionali e locali.
Documenti:
- Presentazione del Progetto GOETE e Studio di Caso
- Il caso italiano in prospettiva comparata e Catania
- Articolo su La Sicilia del 29 ottobre 2012