Integrazione

INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

L’integrazione non è un peso, da portare più o meno ideologicamente contenti, è invece un vantaggio competitivo per la qualità della scuola: sta a tutti noi dimostrarlo e documentarlo” (A.Canevaro –D.Ianes)

Fondamenti teorici dell’integrazione

Accogliere gli alunni con disabilità, disturbo o svantaggio, significa fare in modo che essi diventino parte integrante del contesto scolastico, assieme agli altri alunni, alla pari degli altri alunni, senza alcuna discriminazione. L’accoglienza non può essere intesa come benevolenza o generosità, né tantomeno è condizionata dalla disponibilità della “maggioranza” a integrare una “minoranza”, ma scaturisce dal riconoscimento del comune diritto alla diversità, che non si identifica solamente con la disabilità o il disagio ma comprende la molteplicità delle situazioni personali, così che è l’eterogeneitàa divenire normalità, in quanto la diversità è caratteristica peculiare dell’uomo.

In questo senso, il processo di integrazione stimola la scuola a modificarsi per diventare capace di accoglienza, qualificando metodologicamente e sul piano organizzativo e delle risorse la didattica, trasformandola da ordinaria ad inclusiva.

Scelta didattico-educativa

Da un punto di vista educativo, l’Istituto ritiene che la qualità dell’integrazione scolastica sia data da alcuni indicatori:

– il progressi specifici sugli obiettivi definiti dal PEI e/o dal PDP;

– le modalità utilizzate per valutare questi progressi;

– la generalizzazione degli apprendimenti acquisiti;

– le connessioni fra la programmazione individualizzata e quella della classe;

– il tempo che l’allievo trascorre all’interno della classe:

– il coinvolgimento dei compagni nell’integrazione.

Per realizzare un’azione educativa-didattica di qualità suggerisce le seguenti direttive:

  • soddisfazione del bisogno di successo: occorre proporre un’attività educativo-didattica alla portata delle capacità dell’allievo;
  • generalizzazione della differenziazione: l’individualizzazione del percorso formativo deve essere una metodologia che si applica a tutti gli allievi della classe, non esclusivamente al soggetto in difficoltà d’apprendimento;
  • impegno relazionale-affettivo: il rapporto fra docente ed alunno deve essere intenso e basato su un’attenzione alla persona colma di accettazione e di rispetto.

Per le classi che accolgono alunni diversamente abili, l’azione didattica è improntata ai seguenti criteri:

  • l’alunno H non è solo dell’insegnante di sostegno, ma è alunno, alla pari dei suoi compagni, di tutti i docenti;
  • le attività di integrazione riguardano tutta la classe o tutto il gruppo in cui è inserito l’alunno con handicap;
  • le attività di tipo individuale sono previste nel PEI e sono raccordate con gli interventi dell’intera équipe pedagogica. In tali momenti, dovrà essere svolto un lavoro incisivo allo scopo di puntualizzare i progressi, rafforzare le acquisizioni e le abilità degli alunni, verificare il raggiungimento degli obiettivi. Questo tipo di interventi dovrà rapportarsi agli obiettivi periodicamente fissati per gli altri alunni, allo scopo di evitare situazioni emarginanti.
  • la collegialità va coerentemente e sistematicamente attuata lungo tutto il percorso formativo: valutazione d’ingresso, individuazione delle attività idonee al singolo soggetto, coordinamento degli obiettivi disciplinari, valutazione sul livello globale.
  • l’insegnante di sostegno è dato alla classe e non specificatamente all’alunno. Ne segue che la sua opera deve essere programmata all’interno dell’attività scolastica in maniera che il suo intervento sia finalizzato non solo alla soluzione dei problemi di individualizzazione, ma anche rivolto alle attività connesse con l’inclusione; inoltre all’interno di una progettazione comune l’intervento di differenziazione non andrà attribuito esclusivamente all’insegnante di sostegno.

Recupero del disagio

DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)- ALUNNI SVANTAGGIATI

Nel caso di difficoltà non meglio specificate, il Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o il team docenti (nelle scuole primarie) andrà a concordare la valutazione dell’efficacia di strumenti specifici (compensativi e/o misure dispensative), con adozione e compilazione di un Piano Didattico Personalizzato.

In presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe decide se formulare o meno un PDP, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare gli alunni per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel PDP, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento.

Per gli alunni in possesso di diagnosi di DSA, il team docenti adotterà in forma collegiale le misure previste dalla L. 170/2010, ivi compresa la stesura del PDP

GLI-Gruppo di lavoro per l’inclusione

Presso il nostro Istituto viene costituito, conformemente all’art. 15 comma 2 della legge quadro 5/02/1992 n.104 e alla restante normativa di riferimento, il Gruppo di Lavoro per l’inclusione, il cui compito, oltre a quello di collaborare all’interno dell’istituto alle iniziative educative e di integrazione che riguardano studenti con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento (DSA), si estende alle problematiche relative a tutti i BES.

Il GLI è composto: dal Dirigente Scolastico che lo presiede, dal referente per gli alunni con BES, da docenti curriculari, da docenti specializzati, da rappresentanti degli EE.LL, dagli specialisti dell’UONPI, da un rappresentante dei genitori e da un rappresentante del personale amministrativo.

Il GLI, attraverso incontri da tenersi all’inizio e nel corso dell’anno scolastico, tende a far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati.

Il GLI si può riunire in seduta plenaria (con la partecipazione di tutti i componenti), ristretta (con la sola presenza degli insegnanti), o dedicata (con la partecipazione delle persone che si occupano in particolare di un alunno). In quest’ultimo caso il GLI è detto operativo.

Gli incontri di verifica con gli operatori sanitari sono equiparati a riunioni del GLI in seduta dedicata.

PAI-Piano Annuale per l’Inclusività

Il Piano annuale per l’Inclusività (P.A.I.), previsto dalla Direttiva del 27 dicembre 2012 e dalla C.M. n. 8/2013, è un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, formulato per fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il P.A.I. è parte integrante.

Esso non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, né come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, (in questo caso più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”), ma è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo.