Il tempo scuola dei bambini della primaria è spesso caratterizzato da regole, da una rigida scansione oraria, da un susseguirsi di “dover fare” e a volte”dover essere”, da uno stare “composti e in silenzio” che, per le caratteristiche e le esigenze proprie dei bambini di quest’età, si rivela spesso una prova difficile da superare senza correre il rischio di comprometterne la crescita armoniosa e lo sviluppo pieno di tutte le loro potenzialità. E altrettanto spesso la classe (intesa come luogo fisico e non) non riesce ad essere sufficientemente o completamente un luogo di socializzazione, apertura e confronto, di esplorazione dei propri vissuti e dell’altro, di gioco, di comunicazione e di un sano “lasciarsi andare”.
Ciò è ancor più vero in una scuola a tempo pieno dove i bambini trascorrono 8 ore della loro giornata e lo è in particolar modo per i bambini delle prime classi. La delicatezza dell’inizio di un nuovo ciclo scolastico, che impone ai bambini di 5-6 anni nuovi ritmi, nuove regole, nuove relazioni e sempre maggiori aspettative richiede, pertanto, un’attenzione amorevole e competente alle loro dinamiche personali e di gruppo e a tutte le componenti della loro crescita.
Dall’attenzione e dalla voglia di contribuire in qualche modo al soddisfacimento di questo bisogno nasce il progetto “Emozioni corpo e…” che, con l’obiettivo di far vivere un’esperienza di gruppo diversa da quella dell’attività curriculare, ha integrato la psicomotricità all’educazione socio-affettiva, coinvolgendo tutti gli alunni delle prime classi della scuola primaria del Viale Nitta (sez. C-D-E) con cadenza trisettimanale nel periodo febbraio-maggio 2009.
Ogni gruppo di piccoli alunni, seguito da un’insegnante, nel corso di questi mesi è stato partecipe di molteplici attività aventi come obiettivo il potenziamento della consapevolezza del proprio sé corporeo e non, l’espressione dei propri vissuti e la fiducia in se stessi e negli altri. Il filo conduttore di tutto il percorso è stato “il cerchio” che ha rappresentato il punto di partenza e di arrivo di ogni esperienza, luogo di conoscenza, verbalizzazione, espressione delle emozioni e allo stesso tempo strumento di esercizio di auto-controllo e rispetto degli altri.
Le attività proposte, in un clima di giocosa informalità, hanno sollecitato l’esplorazione dei diversi canali comunicativi e delle potenzialità espressive del corpo, stimolato la fiducia reciproca e la cooperazione, comprendendo, oltre al gioco più o meno organizzato, esercizi di respirazione, immaginazione e di rilassamento. Il tutto quasi sempre accompagnato o stimolato dalla musica, conduttrice di emozioni e facilitatrice di auto-espressione corporea.
Particolare accento è stato posto agli svariati aspetti della socializzazione che passa inevitabilmente dalla creazione da parte degli adulti di un clima di sicurezza, accoglienza, fiducia e rispetto del singolo bambino, quali che siano le sue specifiche caratteristiche e le eventuali aree problematiche. Ciò in particolare è avvenuto attraverso l’ascolto attivo e la comunicazione empatica, l’uso da parte delle insegnanti del messaggio-io secondo l’approccio rogersiano, le tecniche comunicative di Thomas Gordon e il linguaggio della CNV (comunicazione non-violenta) di Marshal Rosemberg.
(Claudia Grassi)