Dai quasi grandi ai piccoli
Laboratorio di lettura dalla quarta alla prima, dai quasi grandi ai piccoli
L’idea all’origine di questo laboratorio è stata quella di coinvolgere i bambini di quarta in un’attività in prima che li mettesse nelle condizioni di rendersi utili verso i piccoli e di offrire loro parte del loro tempo e delle competenze di lettura acquisite; per gli alunni di prima creare un’occasione di ascolto della lingua e di integrazione nel nuovo segmento di scuola.
Così due alla volta, una volta alla settimana, i bambini di quarta C sono stati ospitati dalla limitrofa classe prima E nell’orario in cui, dopo pranzo, si dedica un momento di relax e di ascolto in cerchio.
Tutti i piccoli, ognuno col suo cuscino e, se necessario, la sua copertina colorata, hanno settimanalmente aspettato così l’arrivo dei loro amici “grandi” per ascoltare dalla loro voce un pezzettino di storia. Il testo con cui si è iniziato è stato Tantetinte proposto proprio per questa classe e successivamente Cipì, scritto da Mario Lodi insieme ai suoi alunni di seconda elementare.
Prima di dare inizio alla lettura, i bambini hanno imparato a stare in cerchio seduti in modo che “tutti vedano tutti”, a presentarsi, dicendo a turno il proprio nome e l’età e a definirsi e raccontarsi, riferendo di volta in volta qualche particolare che li caratterizza (ciò che piace, cosa si vuol fare da grande, il gioco preferito, la canzone preferita, un desiderio ecc ecc…). Lo stesso hanno fatto i nostri ospiti, sorridenti ed emozionati e accolti sempre con grande entusiasmo. Prima di dare inizio alla lettura durante ogni incontro è stato chiesto ai piccoli di raccontare ai grandi di turno la storia già letta (le puntate precedenti insomma) con un significativo lavoro di sintesi linguistica, esposizione, analisi delle parole e organizzazione dei ricordi.
La lettura si è alternata tra i due compagni di quarta secondo criteri gestiti autonomamente e mai occasione di discordia tra loro. Di tanto in tanto, molto raramente in realtà, sono intervenuta per esplicitare il significato di qualche parola o riportare a qualche contenuto precedente.
L’attenzione a quest’età dura non moltissimo e al manifestarsi della stanchezza gli incontri sono stati chiusi. Non prima però di aver chiesto ai grandi come stavano, com’è stato per loro leggere ai piccoli e come si sono sentiti. E con un bell’applauso, infine, sono stati ringraziati.
Gli obiettivi dell’attività, pensata e messa in pratica con semplicità e facilità organizzativa, vista la collaborazione delle colleghe di quarta e la partecipazione entusiastica dei bambini, sono molteplici e attraversano trasversalmente i percorsi didattici ed educativi dei due gruppi classe.
Nell’ambito delle attività di prima l’esperienze rappresenta un’importante occasione per fermarsi , ascoltare, tutti insieme,in un tempo scuola dove si può lasciare andare il corpo su di un tappeto e in mezzo ai cuscini. In mezzo ai compagni e alla maestra. Lasciare quindi la sedia, a volte le scarpe, le matite, i quaderni e con tutto ciò provare a lasciare anche la tensione, a volte l’euforia, la corsa con cui spesso finiamo per svolgere tutto il resto. Si può, appunto, lasciare. Per i bambini questo aspetto è di per sé un richiamo ad un tempo tranquillo, sereno, di coinvolgimento su un piano altro rispetto alla prestazione e al compito. Piccoli e grandi, come una volta, intorno ad un cerchio a raccontare e ad ascoltare storie. Insime a fare comunità.
Inoltre, come tutti sanno, dal punto di vista dell’educazione linguistica, la lettura mediata rappresenta un imprescindibile passaggio verso l’organizzazione del pensiero, l’arricchimento lessicale e la motivazione alla letto-scrittura.
Per i bambini di quarta, ho motivo di dire che leggere a chi ancora non sa farlo può costituire un utile rinforzo dell’autostima, una prima piccola responsabilità e un ruolo per il quale le abilità conquistate o in via di conquista trovano un senso non solo in riferimento a se stessi, alla propria insegnante e alla valutazione del proprio rendimento scolastico, ma rispetto ad altri. In qualche modo il loro leggere assume una piccola funzione di utilità sociale che con tenerezza e disponibilità hanno tutti svolto volentieri.
Ad essi infatti, a conclusione degli incontri, è stato chiesto di rispondere ad alcune domande sull’esperienza fatta. Le loro risposte sono state unanimemente positive manifestando gradimento in particolare per “lo stare rilassati”, il “vedere i piccoli aspettarci felici”, “il silenzio nell’ascolto”, “l’aver letto a qualcuno e in compagnia”, “l’aver letto”, “conoscere i gusti e le esperienze dei bambini” . Tutti hanno espresso la disponibilità e il desiderio di poter ancora essere di aiuto ai più piccoli.
Claudia Grassi