Anno Scolastico 2006/07
Un Mondo di Fiabe 2006/07
Seconda edizione del progetto Un Mondo di Fiabe, rivolto agli alunni delle classi della scuola primaria dell’I.C. Petalozzi di Catania. Come lo scorso anno il lavoro si è concretizzato nella costruzione di fiabe multimediali realizzate in PowerPoint.
Un mondo di fiabe 2007
Seconda edizione del progetto Un Mondo di Fiabe, rivolto agli alunni delle classi della scuola primaria. Come lo scorso anno il lavoro si è concretizzato nella costruzione di fiabe multimediali realizzate in PowerPoint.
Fare clic sull’immagine sottostante per avviare il player multimediale e visualizzare le fiabe, dal canaleYouTube dell’I.C. Pestalozzi.
Il sacco che canta
Nell’ambito del laboratorio di “Arti espressive integrate” della scuola primaria, i docenti Sara Bartolino, Agata Comis e Giuseppe Enrico Giunta hanno realizzato con gli alunni una fiaba musicale dal titolo “Il sacco che canta”, scritta da un autorevole didatta della musica contemporaneo, lo spagnolo Miguel A. Martin Lladò e adattata per l’occasione dal prof. Giuseppe Enrico Giunta.
La fiaba è stata interamente rappresentata dai bambini che cimentandosi come attori, cantanti, strumentisti e rumoristi hanno narrato la storia del “sacco che canta” sottolineando in musica ogni momento dell’azione scenica. Lo spettacolo è andato in scena il 23 maggio 2007 e oggi è disponibile in video sul sito della Pestalozzi.
Dalla Pagina alla Scena: La Giara
Il Progetto Teatro Giovani del Teatro Stabile di Catania ospita, nel corso della rassegna conclusiva, la commedia musicale “La Giara“, liberamente tratta da ‘A Giarra di Luigi Pirandello nell’allestimento curato dal Laboratorio Teatrale Dalla Pagina alla Scena dell’I.C. Pestalozzi. La rappresentazione è andata in scena il 4 giugno presso il Teatro “Angelo Musco” di Catania.
In scena quaranta ragazzi della scuola secondaria di primo grado che hanno interpretato l’adattamento del testo pirandelliano realizzato dalla prof.ssa Graziella Caffarelli, docente di lettere nonché referente del laboratorio teatrale e ormai da sette anni infaticabile promotrice degli spettacoli scenici della scuola secondaria.
Dopo la realizzazione dello scorso anno del musical Aggiungi un posto a tavola, quest’anno l’attenzione è stata rivolta a un grande capolavoro del teatro siciliano, proposto in una versione che ha mantenuto l’originale lingua dialettale adattandone alcuni termini verso il vernacolo tipicamente catanese, arricchendo il tutto con una serie di interventi musicali che da un lato hanno messo in luce le doti canore delle alunne Deborah Faro e Jennifer Castorina, dall’altro hanno permesso lo svolgimento di alcuni numeri di ballo con le coreografie curate come sempre dalla prof.ssa Maria Rapisarda.
La vicenda pirandelliana di Zì Dima che interviene nella riparazione della giara di Don Lollò rimanendone prigioniero e creando il dilemma della relatività dell’interpretazione dell’azione umana, tipico del nobel siciliano, è stata inoltre arricchita di qualche spunto didattico, con l’inserimento di allusioni agli emigranti siciliani verso il continente americano e alla difficile situazione della società rurale siciliana dell’Ottocento e dei primi del Novecento, sottolineate dalle animazioni che via via si materializzavano sullo sfondo del palcoscenico grazie alle proiezioni e alle scene digitali realizzate (come lo scorso anno) dal prof. Andrea Amici.
La musica è stata protagonista come sempre negli spettacoli della Pestalozzi, curata dal prof. Gaetano Sferro, che ha preparato gli interventi solistici delle sopracitate alunne, realizzato le musiche di scena anche attraverso varie citazioni da più o meno celebri opere musicali montate in un collage di particolare effetto e infine ha anche partecipato direttamente interpretando la celebre canzone Caruso che ha fatto da sfondo a un suggestivo balletto intervenuto come un nostalgico ricordo di uno dei personaggi sulla scena.
La recitazione, pur con le immancabili emozioni, è stata preparata con meticolosità dalle tre docenti che in maniera particolare si sono dedicate all’azione scenica, cioè la prof.ssa Maria Pia Raciti, la prof.ssa Angela Interlandi e specialmente la prof.ssa Graziella Caffarelli alla quale si deve la regia dell’intero lavoro.
Come ha sottolineato il Dott. Santo Molino, dirigente scolastico dell’I.C. Pestalozzi, al termine dello spettacolo, l’impressione generale è stata quella che i ragazzi abbiano recitato, cantato e ballato con grande attenzione, ma soprattutto si siano veramente divertiti nel realizzare questo importante spettacolo che come sempre per gli alunni è stato un momento altamente educativo, specialmente quest’anno con la possibilità di esibirsi in un vero teatro: la possibilità di avvicinarsi a un importante argomento studio, quale il teatro pirandelliano, in maniera divertente, creativa e assolutamente stimolante.
Al termine dello spettacolo grande allegria del pubblico, che ha dimostrato di aver particolarmente gradito l’allestimento, e una nota di malinconia soprattutto per i docenti partecipanti al laboratorio teatrale, in quanto La Giara di quest’anno rappresenta l’ultimo spettacolo con la Pestalozzi realizzato dalla prof.ssa Caffarelli che dal prossimo anno si trasferirà in un’altra istituzione scolastica dove le auguriamo possa proseguire non solo la sua attività di docente ma anche quella di organizzatrice teatrale.
La Giara
Lo spettacolo del laboratorio teatrale Dalla Pagina alla Scena della scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Pestalozzi al Teatro Angelo Musco di Catania. In scena, il 4 giugno 2007, un adattamento de La Giara di Luigi Pirandello. http://www.pestalozzi.cc/ic/2007/06/dalla-pagina-alla-scena-la-giara/ Realizzazione video: Prof. Andrea Amici – www.musicamultimedia.net
Grease
C’era una volta una pietra
Il salone del Museo Diocesano ha ospitato la presentazione del libro C’era una volta una pietra – Librino tra presente e passato, realizzato dal Centro Territoriale Permanente n.4 con sede di coordinamento presso l’I.C. Pestalozzi di Catania in rete con il Circolo Didattico “P.A. Coppola” e l’I.C. “A. Musco”, nell’ambito del progetto scolastico “C’era una volta una pietra” autorizzato dall’Assessorato Regionale Beni Culturali Ambientali e Pubblica Istruzione, finalizzato alla valorizzazione e fruizione dei beni culturali e territoriali.
Al progetto hanno partecipato i docenti delle tre istituzioni scolastiche coinvolte e anche un gruppo di abitanti del territorio, coadiuvati dall’architetto Emilia Rejna. La pubblicazione è frutto di un attento studio sulla zona di Librino e in particolare di quelle opere della cosiddetta archeologia minore, le masserie rurali che costituiscono un vero e proprio patrimonio di un passato non molto lontano e per tanti versi dimenticato: monumenti e resti architettonici che spesso versano in uno stato di incuria o di degrado e che tuttavia rappresentano un patrimonio dei cittadini e anche un fiore all’occhiello di un territorio come quello di Librino spesso liquidato come “quartiere out“, privo di storia e di ricchezza culturale e umana e del quale si continua sempre a parlare in termini di degrado sociale, culturale e ambientale.
Il Dirigente Scolastico dell’I.C. Pestalozzi, dott. Santo Molino, ha dato il benvenuto agli ospiti politici, a tutti i partecipanti al progetto e a coloro che sono intervenuti come semplici spettatori, illustrando le linee guida del progetto e le motivazioni che hanno spinto le istituzioni scolastiche a promuovere questa importante operazione culturale.
Dopo la breve introduzione è stato il momento di un intervento musicale del coro da camera della scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Pestalozzi diretto dal prof. Gaetano Sferro, che ha proposto cinque brani particolarmente apprezzati non solo dall’intero pubblico ma anche dagli ospiti che subito dopo hanno preso la parola che non hanno mancato di palesare il loro apprezzamento.
L’assessore alla Pubblica istruzione Giuseppe Maimone, infatti, ha sottolineato come tutte le attività scolastiche, da quelle di ricerca a quelle musicali, abbiano un’enorme valenza educativa e al contempo ha sottolineato l’importanza del ruolo e della professionalità del docente, una figura purtoppo spesso sminuita nel corso di questi ultimi tempi dai mezzi di comunicazione di massa che nel segnalare – pur giustamente – i negativi fatti di cronaca che hanno coinvolto alcuni insegnanti tuttavia hanno messo in ombra l’opera continua, assidua e altamente qualificata sia dal punto di vista professionale che da quello umano di tantissimi docenti che giorno dopo giorno con serietà profondono il loro impegno nelle più disparate condizioni sociali spesso senza ricevere concreti apprezzamenti. L’assessore ha sottolineato altresì l’urgenza di un più stretto collegamento fra la scuola e la famiglia, per stringere un patto cooperativo sempre più concreto e che soprattutto dia grande fiducia al docente, che ogni giorno, proprio come il direttore nella realtà del coro, guida degli individui con le loro peculiari caratteristiche nella collettività.
La parola è passata quindi all’onorevole Enzo Bianco che ha proposto una sua memoria storica del territorio di Librino e delle masserie in esso presenti, illustrando la metamorfosi di un territorio rurale che nel corso degli ultimi quarant’anni si è progressivamente urbanizzato con i problemi connessi alla nascita e allo sviluppo di una nuova zona. Nel suo breve intervento il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato ha sottolineato la necessità della rivalutazione del territorio di appartenenza come elemento coesivo che permetta alla popolazione di risalire e superare le avversità: in questo senso un progetto come quello presentato nel volumetto C’era una volta una pietra acquista un altissimo valore non solo culturale ma anche sociale; Librino è un territorio di che si è sviluppato in tempi rapidissimi e in grande fretta ha cambiato la sua fiisonomia; è un territorio senza una storia come quella che può vantare il centro della città di Catania, tuttavia la conoscenza e la riqualificazione di un passato non remoto ma già spesso dimenticato o ignorato può consentire all’area di Librino di risalire e trovare la forza per un’identità culturale che è alla base di ogni sviluppo sociale.
Estremamente toccante poi la testimonianza del prof. Rosario Portale, referente del progetto per l’I.C. Pestalozzi, che prendendo le mosse da quanto già esposto, con estrema sincerità e coerenza ha ulteriormente ribadito che quest’esperienza – come in ogni caso il lavoro quotidiano di migliaia di docenti “seri” – è l’ulteriore conferma della presenza di “anticorpi” all’interno dell’organismo della scuola che riescono con impegno e sane attività a combattere e vincere gli episodi di negatività presenti nel mondo dell’istruzione che vengono puntualmente amplificati dai mass-media. In particolare i docenti che operano in un territorio come quello di Librino manifestano una vera e propria mission educativa ma soprattutto umana e sociale nel concreto obiettivo di costruire attraverso la cultura una situazione migliore: se è vero che Librino è un territorio senza passato, o comunque con un passato brevissimo, sicuramente merita un futuro.
Terminati i primi interventi, l’architetto Emilia Rejna ha illustrato con la proiezione di mappe, fotografie e video, la situazione del territorio e l’inglobamento delle masserie all’interno del piano di zona di Librino, il grande insediamento urbanistico nato dalle linee di espansione indicate dal P.R.G. della città di Catania redatto da Luigi Piccinato nel 1964 e progettato nel 1972 da Kenzo Tange, il celebre architetto giapponese scomparso nel 2005, appartenente a quel gruppo cosmopolita che sin dagli anni ’60 si era occupato, in modo innovativo, del problema di conciliazione tra antico e moderno. Si è sottolineata poi l’importanza della S.T.A. Progetti di Catania, diretta dall’ing. Francesco Lo Giudice, che con la variante del 1979 al Progetto Librino ha reso possibile l’inglobamento delle “masserie storiche” all’interno del nuovo tessuto urbanistico che si andava estendendo rapidamente e che non poteva quindi prescindere dalle testimonianze della precedente presenza dell’uomo in questo territorio.
La docente coordinatrice del progetto Rosa Platania dell’I.C. Pestalozzi ha dato rilievo poi all’apporto dei destinatari e protagonisti del progetto, i corsisti che hanno dato vita assieme ai docenti a questo progetto di valorizzazione e fruizione dei beni culturali e territoriali; a ognuno è stato consegnato un attestato di partecipazione consegnato dalla dirigente Cristina Cascio dell’I.C. Musco che in un breve intervento ha rimarcato la necessità di non cedere al luogo comune del “quartiere ghetto”: Librino è un luogo dove la gente lavora giorno dopo giorno per la crescita generale e per il miglioramento delle condizioni e della qualità della vita; rilevante inoltre la proposta dell’organizzazione di visite guidate alle mete illustrate nel libro che potrebbero sicuramente contribuire non solo alla conoscenza del territorio ma anche alla complessiva rivalutazione del quartiere.
Mostra artistico-creativa
Come ogni anno, nella mattinata del 7 giugno presso il cortile della sede centrale dell’I.C. Pestalozzi di Catania, si è rinnovato l’appuntamento con la Mostra artistico-creativa, dove sono stati esposti lavori realizzati dal Laboratorio di Arte e Immagine della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto curato dalle docenti prof. Angela Interlandi, Brunilde Marseglia e Carmela Puglisi, unitamente ai manufatti realizzati dagli allievi del Centro EDA n.4.
All’interno del laboratorio che ha prodotto la Mostra gli alunni hanno sperimentato ruoli attivi e concreti, costruendo le proprie conoscenze attraverso l’esercitazione pratica delle loro abilità; hanno avuto la possibilità di realizzare tangibilmente i propri interessi e le proprie attitudini: un’opportunità di mettere in evidenza la propria personalità e le potenzialità che altrimenti forse sarebbero rimaste nascoste.
Un altro aspetto, non meno importante, è stato poi quello relativo al lavoro di gruppo: il laboratorio è stato un importante momento educativo in cui hanno avuto un ruolo fondamentale le relazioni interpersonali e l’impegno per gli alunni di accettare e svolgere ruoli sociali all’interno di un gruppo di lavoro: in piccolo, quindi, un’esperienza che riproduce le reali esigenze del mondo del lavoro.
Dal momento che l’intera mostra è, sotto varie forme, completamente autogestita, gli alunni, con impegno e maturità, hanno anche sperimentato l’importanza della promozione nell’ambiente del frutto del proprio lavoro e del proprio ingegno, formandosi alle responsabilità di organizzazione e budget.
Parallelamente, fra i vari stand, ne è stato allestito uno multimediale, con la proiezione di un video realizzato dall’alunno della classe II A della secondaria di primo grado Domenico Russo, con una presentazione del Progetto Ambientale, come ogni anno curato dalla prof.ssa Erina Vario.
Sono state quindi presentate numerose espressioni della creatività degli alunni, da quadri finemente realizzati a vari lavori di artigianato artistico, il tutto sapientemente distribuito nello spazio, con gusto ed eleganza; i numerosi visitatori hanno potuto così ammirare le opere e gli oggetti e portare a casa anche qualche articolo che li ha particolarmente affascinati, qualche manufatto utile magari per l’arredamento delle loro abitazioni o un’idea-regalo originale e di valore.