di Anna M. Palazzolo
CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE ED.A. N. 4 «Pestalozzi»
Il 26 maggio 2009 alle ore 17.30, alla presenza del Dirigente scolastico dell’I.C. «E. Pestalozzi», Santo Molino, dei docenti e delle famiglie, le più giovani corsiste del Centro Territoriale Permanente Ed.A n. 4, modulo di scuola media dell’I.C. «Pestalozzi», con sede presso l’I.C. «Dusmet», si sono esibite in un piccolo spettacolo nel corso del quale hanno danzato e recitato poesie di N. Hikmet, P. Levi, F.G. Lorca, P. Neruda, G. Ungaretti. Nel corso della manifestazione l’allenatore ha presentato la squadra di calcetto del Centro e ha relazionato sul lavoro svolto, sono stati mostrati, infine, i lavori realizzati dalle studentesse durante il laboratorio “Identità”.
Lo spettacolo ha segnato la conclusione del «Progetto di prevenzione del disagio e di educazione alla salute» della prof.ssa Anna M. Palazzolo, realizzato con la collaborazione dei docenti Emanuela Alaimo, Pina Costanzo, Tea La Pera, Luigi Miraglia e di esperti psicologi e psicoterapeuti della S.I.F.: Carla Cannizzaro, psicologo, psicoterapeuta Funzionale, Paola Fiore danzamovimentoterapeuta Funzionale, Aldo Musumeci, psicologo, psicoterapeuta Funzionale e allenatore di base di calcio.
Dall’anno scolastico 2005-2006 il Centro Ed.A, per cercare una soluzione al disagio (psicologico, sociale o adolescenziale, scolastico) che ha determinato l’estromissione di alcuni studenti dal circuito scuola, ha accolto in via sperimentale gruppi di studenti che avrebbero compiuto il quindicesimo anno di età nel corso dell’anno scolastico.
Il progetto che ha preso le mosse dall’esperienza dei primi due anni di sperimentazione, ha avuto il fine di promuovere interventi unitari all’interno del team e di favorire l’uso di una metodologia d’insegnamento che permettesse di prestare attenzione ai bisogni fondamentali degli allievi nella convinzione che la realizzazione in classe di un maggiore stato di benessere socio-affettivo avrebbe potuto avere ricadute positive sul piano metacognitivo.
Gli studenti sono stati invitati a prendere parte attiva al percorso che mirava a far crescere in loro l’autostima, il senso di responsabilità e l’autonomia, e la capacità di acquisire un buon metodo di studio. Ogni classe è stata costituita, nei limiti del possibile, da ragazzi e da adulti, ciò per favorire lo scambio di esperienze. Si è lavorato a classi aperte.
L’intervento è stato diretto anche alle famiglie che sono state coinvolte nel progetto educativo e formativo della scuola al fine di creare un clima più disteso e di collaborazione.
È stata cercata la collaborazione con i Centri sociali e gli altri Enti locali. Si è operato in modo da garantire un buon raccordo con gli Istituti superiori.
Il “Progetto di prevenzione del disagio e di educazione alla salute”, nella prospettiva di un “sapere integrato”, ha attraversato, nello specifico, le discipline del curricolo di base e l’educazione alla salute, alla legalità e all’orientamento del curricolo elettivo con progetti che hanno previsto anche l’intervento di esperti.
Per la realizzazione di tre progetti: “progetto sport e modello Funzionale”, destinatari gli studenti, “progetto danza-movimento” e “progetto identità” diretti alle studentesse, ci si è avvalsi della collaborazione di personale esterno: esperti psicologi e psicoterapeuti Funzionali del Centro Reich: nell’approccio Funzionale la dimensione del gruppo, viene utilizzata in ambito formativo come mezzo particolarmente idoneo a rendere i partecipanti più facilmente consapevoli dei diversi piani funzionali del Sé.
Il primo intervento, il “progetto sport e modello Funzionale”, ha avuto come destinatari gli studenti ed è stato proposto da Aldo Musumeci che ha accostato il calcio, uno sport che incontra ampiamente il favore dei ragazzi, al modello Funzionale. Il progetto ha previsto la formazione di una squadra di calcetto.
Lo sport favorisce il mantenimento di un buono stato di salute e promuove lo sviluppo di sane relazioni interpersonali. L’attività sportiva correttamente praticata può svolgere un duplice ruolo: a livello sociale può contribuire a fermare il degrado delle nostre società e la corsa alla violenza; a livello individuale può generare benessere a patto che non alteri l’armonia e l’equilibrio psicofisico di bambini, adolescenti ed adulti. Fino ad oggi, purtroppo, l’attività sportiva ha causato in molte persone stress, nevrosi e tensioni stravolgendo le Funzioni psicocorporee: amplificandone troppo alcune e soffocandone altre.
Lo sport correttamente praticato coinvolge, invece, la persona nella sua interezza e agisce su tutti i piani psico-corporei, questi piani sono indissolubilmente legati e integrati fra loro. Questa visione dell’individuo è quella portata avanti dalla Psicologia Funzionale e si presta bene ad essere coniugata alla pratica sportiva.
Il secondo intervento, il “progetto danza-movimento” rivolto alle studentesse, è stato curato da Paola Fiore che ha unito le tecniche tipiche della danza a quelle del modello Funzionale. La danza favorisce anch’essa il mantenimento di un buono stato di salute, promuove lo sviluppo di sane relazioni interpersonali, migliora il rapporto con il proprio corpo a patto che, ancora una volta, non alteri l’armonia e l’equilibrio psicofisico della persona.
Il terzo intervento, il “progetto identità” diretto alle studentesse, è stato curato da Carla Cannizzaro che ha condotto un “Laboratorio di Psicologia Funzionale” dal titolo “Identità”. Nel corso del laboratorio, finalizzato alla conoscenza di se, le studentesse hanno realizzato una particolare “carta d’identità” individuando pregi, difetti, passioni, paure, sogni e speranze.
Le attività legate all’educazione alla legalità, all’orientamento e alla salute sono state svolte dai docenti del modulo.
Le attività relative all’educazione alla legalità hanno previsto, tra l’altro, per gli studenti della squadra di calcetto, un dibattito in classe sul tema “la violenza negli stadi”.
Non si è avuta la presunzione di poter risolvere, in così breve tempo, i problemi del disagio giovanile, tra alti e bassi, tra piccole vittorie e sofferte sconfitte, sono stati sparsi dei semi che si spera possano germogliare.
Anna M. Palazzolo